Ciao, io sono Ilenia Caito, libroterapeuta, ex libraia, esperta digital in campo editoriale e culturale, organizzatrice di eventi, curatrice di gruppi di lettura e counsellor in formazione.
Scintille è la mia newsletter settimanale, con cui cerco di accendere lampi d’ispirazione. Se te l’hanno inoltrata e vuoi riceverla regolarmente, clicca qui.
In questa newsletter, ho deciso di utilizzare il femminile sovraesteso, come simbolo della lotta alla disparità di genere. Immagino che persone di genere maschile possano sentirsi escluse: l’intento è quello di riflettere sulla sensazione che possono avvertire quotidianamente, le persone di altri generi quando non si vedono rappresentate.
Ho deciso di registrarla per renderla più inclusiva, ma proprio come nella vita reale, mi lascerò sbagliare, non ci saranno correzioni, non farò caso alla dizione, non riavvolgerò il nastro per registrare meglio. Non è un podcast ma solo la mia voce che racconta storie. Buona lettura! 1
IL FUTURO DI SCINTILLE
Come sai, la settimana scorsa, ho fatto un invio speciale: ho chiesto l’aiuto di tutte le persone che ricevono Scintille per immaginare una newsletter differente, più a misura delle mie esigenze e di quelle di chi la legge.
Ho ricevuto moltissime riposte, sulla base delle quali sto sperimentando e costruendo possibilità nuove. Se ancora non l’hai fatto e hai voglia di supportarmi anche tu, puoi farlo compilando questo modulo: CLICCA QUI.
Cosa succede a Scintille intanto che io mi diverto a smontarla e rimontarla? Di sicuro si prenderà una pausa estiva, ma nel frattempo, assumerà una forma ibrida, sperimentale e temporanea. Nei prossimi invii infatti, mi concentrerò soprattutto sugli ultimi incontri dei gruppi di lettura (Spoiler: leggeremo libri stupendi), su qualche suggestione culturale e sugli eventi del Collettivo Bandelle.
Contemporaneamente mi occuperò di progettare i prossimi percorsi di lettura condivisi e altri eventi a cui vorrei dare vita: la libroterapia, le passeggiate letterarie, i progetti scolastici. Non trascurerò i percorsi di counselling digitale, editoriale e personale che sto avendo il privilegio di condurre.
A proposito, se hai voglia di creare qualcosa insieme a me, sperimentare nuove forme di lettura a scuola, a casa, con amici e amiche o sul luogo di lavoro, scrivimi: sarà divertente creare nuovi mondi.
Ora basta chiacchiere, passiamo ai libri!
LE ULTIME LETTURE DELL’ANNO
Atti di sottomissione: martedì 11 giugno, h 19:30 @ Joy’s Pub - Torre Quetta
“Perdere qualcuno che ami, nella migliore delle circostanze, può farti impazzire. Non solo amavo Ciaran, ma lo amavo in modo cupo e sbagliato. Perdere qualcuno che ami a quel modo, oltre che pazzo, può anche farti diventare cattivo.”
da Atti di sottomissione di Megan Nolan
L’editore dice: Questo libro è per chi sogna un amore che renda magica la pioggia, per chi galleggiando in mare aperto perde peso ma trova consistenza, per chi non sa godersi il primo bicchiere di vino perché pensa già al secondo, e per chi cerca nel corpo dell’altro un luogo di preghiera, dove dimenticare la propria carne viva e dissolversi nella bellezza assoluta.
Quarta di copertina: Quando lei, giovane e travolta dalla Dublino notturna, incontra lui, Ciaran, bello e risoluto, succede qualcosa di semplice e straordinario: l’attrazione rompe gli argini, si mescola alle fragilità e alle paure, diventa il significato stesso del vivere. Nasce così una relazione che per la protagonista è un alternarsi di estasi e sofferenza, di gelosia sfrenata unita a un piacere così intenso e bruciante da creare dipendenza: lei vuole annullarsi nel corpo di lui, dissolversi nei desideri fino a non lasciare più spazio alla propria identità. Mentre Ciaran, uomo emotivamente incapace e ferito, non trattiene i propri atteggiamenti malsani e crudeli. Fino all’epilogo, distruttivo e liberatorio, che apre la strada a una fuga e una rinascita.
Megan Nolan racconta una storia di anti-amore, interrogandosi su cosa significa vivere in funzione del desiderio altrui, della volontà di essere amate a tutti i costi, rinunciando a ogni filtro che non sia lo sguardo dell’altro. Attraverso un serrato monologo interiore, sincero come il cristallo, Atti di sottomissione parla della seduzione del nulla, che può piegare il senso stesso dell’amore rovesciando certezze, moralismi, rivendicazioni e cliché, in un’estenuante battaglia interiore per la conquista delle proprie emozioni.
Di Atti di sottomissione parleremo martedì 11 giugno, h 19:30 @ Joy’s Pub - Torre Quetta. Sarà l’ultimo appuntamento della stagione.
Per partecipare, basta iscriversi: CLICCA QUI.
Il senso della fine: giovedì 13 giugno, h 19 @ Feltrinelli Bari
Non appena ebbi cinque minuti per pensare alla fine del mondo, schiacciai mute sul telecomando e mi stesi sul pavimento. Quello che vidi: polvere a perdita d’occhio in morbide pianure di velluto e batuffoli grigi negli angoli. Mi ero appena innamorata e pensai moriremo quindi, una constatazione che non mi turbò in sé, a eccezione della nostalgia per il nuovissimo amato che avrei perso presto. Pensai anche che pavimento sporco. Sentivo trambusto al piano di sopra e voci per le scale trattenute sul pianerottolo dal tufo freddo e spesso dell’edificio. Ebbi paura di uscire e non uscii. Poi scoprii invece che erano usciti quasi tutti, nelle ore successive vennero fuori dai salotti, giù per le scale e negli ascensori, oltre i portoni, si incontravano agli angoli delle strade tra sconosciuti ma come a un appuntamento.
Incipit de Il senso della fine di Marianna Crasto
È il 29 febbraio, e un’edizione straordinaria del TG annuncia l’imminente fine del mondo.
Iniziano preparativi, avvengono reazioni scomposte, isterie di massa, fenomeni non troppo naturali si abbattono su tutta la terra: ma noi seguiamo X, cassiera di un supermercato all’interno del centro commerciale Magna Grecia, nell’hinterland napoletano, e Y, commesso di un negozio di casalinghi nel medesimo centro commerciale. Si sono conosciuti, e tra loro stava nascendo qualcosa, ma la crisi mondiale ribalta anche il loro piccolissimo universo. Lei, fredda e distante e lui, socievole e gentile, non riescono più a prendersi le misure, né a prenderle rispetto al proprio passato, al comportamento da tenere davanti alla fine, alla follia consumistica, alle segrete ossessioni di ciascuno. In una lenta danza di avvicinamento e allontanamento, punteggiata da momenti altamente drammatici nella loro assurdità, si svolge, si avviluppa e si sviluppa questa piccola, inesorabile, storia d’amore.
Il libro è stato finalista al Premio Calvino:
“Un’apocalisse a bassa intensità, narrata per scene cariche di poesia”
(Dal Giudizio del Premio Calvino 2022)
E anche al Premio Strega:
Può la fine del mondo, una fine del mondo not with a bang but with a whimper – non con uno schianto ma con un lamento, come per il T.S. Eliot di The Hollow Men – renderci, finalmente, capaci di amare?
(Dalle parole di presentazione al Premio Strega di Laura Pugno)
Marianna Crasto mi ha inviato un video dedicato al gruppo di lettura, in cui ci racconta la sua esperienza di scrittura. Puoi vederlo CLICCANDO QUI.
Marianna è nata a Napoli nel 1984, è laureata in Filologia moderna, scrive racconti da molti anni, pubblicati su «inutile», rivista di cui è redattrice (tra gli altri, Guida alla morte per ragazze perbene), «minima&moralia» (Un milione di cfu) e «inchiostro» (Paolina).
De Il senso della fine parleremo giovedì 13 giugno, alle 19 in Feltrinelli (via Melo). Anche questo sarà l’ultimo appuntamento della stagione.
Per partecipare, basta iscriversi: CLICCA QUI.
Per entrare nel gruppo telegram dei gruppi di lettura> > > CLICCA QUI.
EVENTI CON IL COLLETTIVO BANDELLE
lunedì 10 giugno h 18:30, Feltrinelli: Annamaria Ferretti ospite della rassegna I libri degli altri > > > Ingresso libero senza prenotazione
15 giugno h 18, Biblioteca De Gemmis: Silent Reading Party > > > LISTA D’ATTESA
UNA COSA NUOVA
Arabpop è una rivista culturale semestrale nata nel 2021 e interamente dedicata alle arti e alle letterature contemporanee dei paesi arabi. Pubblica traduzioni originali di narrativa, poesia e graphic novel, oltre ad articoli di approfondimento, reportage fotografici, illustrazioni, playlist musicali e recensioni. (Qui trovi il loro manifesto.)
L’ho scoperta grazie alla presentazione dell’ultimo numero, che si è tenuta da Feltrinelli Bari proprio questa settimana: Silvia Moresi e Paola Rotolo hanno raccontato diversi dettagli.
Il sesto numero di Arabpop è dedicato alla Palestina per una scelta precisa della redazione in seguito agli eventi deflagrati nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina dall’ottobre 2023, e in risposta al silenziamento delle voci palestinesi nel dibattito pubblico italiano e internazionale. Questo numero della rivista fa spazio a storie poco conosciute, dimenticate o taciute nella narrazione dominante, e che invece sono cruciali per ricostruire un quadro più ampio di una Palestina culturalmente vivacissima, ricca e stratificata.
Io l’ho acquistata immediatamente e devo dire che la sto trovando estremamente interessante. Se ti appassiona il tema, te ne consiglio la lettura.
ARABPOP esce due volte l’anno in formato cartaceo e digitale per Tamu Edizioni. Puoi trovarla qui.
CODA
Se vuoi capire come lavoro con la libroterapia, seguire un percorso di avvicinamento alla lettura per te o per bambinə, sperimentare il potere della lettura condivisa in un piccolo gruppo privato o in azienda, scrivimi per accordarci per una chiacchierata.
Per qualsiasi contatto: leggiconileniacaito@gmail.com
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Perché ho deciso di usare il femminile sovraesteso: “Quando ci si riferisce una moltitudine mista, la norma dell'italiano prevede l'uso del maschile sovraesteso che chi caldeggia definisce universale o facente le veci del neutro.
Tuttavia oggi abbiamo una serie di studi empirici (vedi gli studi di Pascal Gigax) che mostrano come il maschile sovraesteso guidi il nostro cervello a pensare in un determinato modo. Per quanto sappiamo che, secondo le regole delle nostre lingue, il maschile sovraesteso è un po' un succedaneo di un neutro inesistente o, meglio, una forma priva di genere inesistente, il nostro cervello la decodifica primariamente come maschile e solo successivamente come forma sovraestesa, con tutta una serie di conseguenze di invisibilizzazione degli altri generi esistenti nella società.
Come nota il linguista Guy Deutscher, infatti, non è che la lingua ci costringa a pensare in un certo modo o ci impedisca di pensare in un altro, ma è vero che ci fornisce dei percorsi preferenziali di pensiero, secondo la legge del minimo sforzo.”