Ciao, io sono Ilenia Caito, libroterapeuta, ex libraia, esperta digital in campo editoriale e culturale, organizzatrice di eventi, curatrice di gruppi di lettura e counsellor in formazione.
Scintille è la mia newsletter settimanale, con cui cerco di accendere lampi d’ispirazione. Se te l’hanno inoltrata e vuoi riceverla regolarmente, clicca qui.
In questa newsletter, ho deciso di utilizzare il femminile sovraesteso, come simbolo della lotta alla disparità di genere: immagino che persone di genere maschile possano sentirsi escluse: l’intento è quello di riflettere sulla sensazione che possono avvertire quotidianamente, le persone di altri generi quando non si vedono rappresentate. Buona lettura! 1
UNA SCINTILLE DIFFERENTE
Come avrai notato dall’oggetto della mail, quella che oggi ti ritrovi nella casella di posta è una Scintille differente.
Sono ormai circa 40 settimane che invio questa newsletter e mi sento a un punto di svolta. Quando ho cominciato avevo voglia di raccontare la libroterapia, i gruppi di lettura e le cose belle che incontravo nella mia vita quotidiana. Scintille è un’idea piccola, ma è anche un progetto a tutti gli effetti che mi vede alle prese con una pianificazione, un’intenzione, un lavoro costante nel tempo.
Scriverla, come ho raccontato in uno dei miei post sul mio profilo instagram, è diventato, nel tempo, molto impegnativo per me: ogni settimana devo ritagliarmi parecchie ore da dedicare a questa attività, tra ricerca e scrittura.
Questi sforzi valgono l’impresa? Mi sono posta molte domande.
Quelli che creo sono contenuti interessanti per chi li legge? Annoiano qualcuna delle persone che li riceve? Potrei presentarmi nelle caselle mail meno spesso? C’è qualcosa, tra quelle che dico, che potrebbe valere un compenso economico secondo chi mi legge?
Voglio essere sicura di essere sulla strada giusta, per questo motivo ho deciso di prendermi una pausa per riflettere sulla direzione di questo mio piccolo progetto e per capire se e come modificarlo.
Per farlo, ho bisogno del tuo aiuto. A questo link trovi un questionario che puoi compilare in modo sincero e anonimo e che mi servirà per capire quali sono anche le tue esigenze e i tuoi gusti: CLICCA QUI.
Sono domande semplici, ci metterai poco a compilarlo, ma per me sarà un gesto di grande importanza, di cui ti sarò molto grata. Ogni risposta è per me fondamentale, quindi ti ringrazio fin d’ora per il tempo che mi dedicherai.
Ci leggiamo presto! :)
UN GRUPPO DI LETTURA
L’invincibile estate di Liliana.
Il 16 luglio del 1990, a Città del Messico, Liliana Rivera Garza fu vittima di un femminicidio. Aveva vent’anni, studiava architettura. Da tempo cercava di porre fine a una relazione con un ragazzo che non le dava tregua. Qualche settimana prima della tragedia, prese una decisione definitiva: nel cuore dell’inverno aveva imparato che in lei c’era, come diceva Albert Camus, un’invincibile estate. L’avrebbe lasciato per sempre. Avrebbe cominciato una nuova vita. Avrebbe fatto un master, si sarebbe trasferita a Londra. La decisione del ragazzo fu che lei non avesse una vita senza di lui.
Trent’anni dopo, a partire dalle carte di Liliana, dalle indagini dell’epoca e dalle testimonianze di amici e familiari, Cristina Rivera Garza ricostruisce la storia della sorella, una storia personale ma terribilmente universale: quella di una giovane donna, brillante e determinata, che muove i primi passi in un mondo permeato dalla violenza di genere. Dal primo amore con un ragazzo affascinante ma geloso e possessivo, fino all’ultima meravigliosa estate, fatta di viaggi, emozioni e libertà mai sperimentate prima. In un memoir che sfida ogni convenzione stilistica, con una prosa luminosa e poetica e un finissimo equilibrio tra fiction e non fiction, Rivera Garza affronta il lutto che l’ha cambiata per sempre, e che ancora oggi determina la persona che è e le cause per le quali si impegna a lottare ogni giorno.
VINCITORE DEL PREMIO PULITZER 2024
FINALISTA AL NATIONAL BOOK AWARD 2023
Da una storia vera, un memoir che ha la delicatezza della grande letteratura e la forza di un gesto politico, in cerca di giustizia per una sorella perduta e per tutte le donne vittime di violenza
Ne parliamo insieme giovedì 20 giugno alle 19, da Laterza Bari (ultimo appuntamento della stagione): iscriviti a questo link. Qui sotto il kit che Edizioni Sur ha realizzato per i gruppi di lettura.
INFO SUI GRUPPI DI LETTURA
Per partecipare ai gruppi di lettura > > > CLICCA QUI.
Per entrare nel gruppo telegram > > > CLICCA QUI.
ALTRI EVENTI
1 giugno, LibreriaVecchie Segherie: Silent Reading Party > > > ULTIMI POSTI
5 giugno, Caffè Portineria: GDL Oliva Denaro + Tarot Party (lettura dei tarocchi, musica live, libri a tema) > > > ULTIMI POSTI
10 giugno, Feltrinelli: Annamaria Ferretti con Collettivo Bandelle > > > Ingresso libero senza prenotazione (se vuoi partecipare alla preparazione dell’incontro con Licia Lanera, ci vediamo venerdì 7 giugno alle 19 a Torre Quetta)
CODA
Se vuoi capire come lavoro con la libroterapia, seguire un percorso di avvicinamento alla lettura per te o per bambinə, sperimentare il potere della lettura condivisa in un piccolo gruppo privato o in azienda, scrivimi per accordarci per una chiacchierata.
Per qualsiasi contatto: leggiconileniacaito@gmail.com
Se ti è piaciuta questa newsletter:
Se vuoi lasciarmi un pensiero o una nota:
Se ti hanno inoltrato #Scintille e vuoi riceverla anche nella tua casella di posta:
Perché ho deciso di usare il femminile sovraesteso: “Quando ci si riferisce una moltitudine mista, la norma dell'italiano prevede l'uso del maschile sovraesteso che chi caldeggia definisce universale o facente le veci del neutro.
Tuttavia oggi abbiamo una serie di studi empirici (vedi gli studi di Pascal Gigax) che mostrano come il maschile sovraesteso guidi il nostro cervello a pensare in un determinato modo. Per quanto sappiamo che, secondo le regole delle nostre lingue, il maschile sovraesteso è un po' un succedaneo di un neutro inesistente o, meglio, una forma priva di genere inesistente, il nostro cervello la decodifica primariamente come maschile e solo successivamente come forma sovraestesa, con tutta una serie di conseguenze di invisibilizzazione degli altri generi esistenti nella società.
Come nota il linguista Guy Deutscher, infatti, non è che la lingua ci costringa a pensare in un certo modo o ci impedisca di pensare in un altro, ma è vero che ci fornisce dei percorsi preferenziali di pensiero, secondo la legge del minimo sforzo.”