Ciao, io sono Ilenia Caito, libroterapeuta, ex libraia, esperta digital in campo editoriale e culturale, organizzatrice di eventi, curatrice di gruppi di lettura.
Scintille è la mia newsletter settimanale, con cui cerco di accendere lampi d’ispirazione. Se te l’hanno inoltrata e vuoi riceverla regolarmente, clicca qui.
UN GIOCO
Un gioco biblioterapico che prende spunto da ‘Non stancarti di andare’.
Isolare un solo spunto di riflessione in Non stancarti di andare è stato complesso: è un libro denso, ricco, un viaggio su tanti binari. Infatti non vedo l’ora di parlarne nel gruppo di lettura di giovedì 7 marzo da Feltrinelli.
Alla fine però, probabilmente perché è uno dei temi che sto affrontando nella mia formazione da gestalt counselor, questa vignetta è quella su cui ho continuato a riflettere anche giorni dopo la lettura.
Un nodo fondamentale nella Gestalt (un approccio psicoterapeutico nato negli Stati Uniti negli anni ’60) è il concetto di responsabilità che provo a spiegarti brevemente: essere responsabili significa rendersi conto che la propria vita si muove in un certo modo, non solo perché ci è successo questo o quest’altro, ma perché noi stessə, in ogni momento scegliamo. E siamo quindi responsabili anche dei nostri bisogni.
La protagonista di questa storia sta attraversando un momento di difficoltà, ha bisogno di essere sostenuta, ma - come spesso facciamo tuttə - si aspetta che sia l’altra persona a interpretare la sua esigenza. Non esprime la sua necessità, non se ne fa carico, non se ne assume - appunto - la responsabilità, ma aspetta e si aspetta che sia l’altro a captarla e a soddisfarla.
Sono sicura che questa scena risuoni anche in te: quante volte ti sei dettə “è lei a doverlo capire, non dovrei spiegare nulla” oppure “Se mi ama, farà quello che è giusto per me” o ancora “se mi conoscesse davvero non mi avrebbe mai fatto questo regalo”. Quante volte ci ritroviamo a pensare che una relazione che funziona non ha bisogno di discorsi o parole?
Ti invito a fare un passo che sembra piccolo, ma non lo è: spostati un po’ più in là, cambia prospettiva. Proviamo a farlo con un piccolo esercizio, ti va?
Pensa a 5 occasioni in cui le persone non si sono comportate come avresti voluto: può essere una situazione lavorativa, una relazione amorosa, familiare o amicale. Deve essere accaduto di esserti sentitə delusə dal comportamento di qualcunə a cui volevi bene o che stimavi. Trovate?
Bene, adesso prova a indagare quale sia stato il tuo bisogno inascoltato. Per ciascuna di quelle 5 situazioni, cosa avresti voluto che fosse stato fatto? Quale era il bisogno che volevi soddisfare?
Infine ti chiedo di fare uno sforzo mnemonico e ricordare se e quanto tu sia statə chiarə nello spiegare cosa ti servisse in quel momento. Sei statə, cioè, responsabile del tuo bisogno?
Quello che hai appena fatto è un esercizio di libroterapia. Come immagini possono aprirsi tante strade da una sola domanda. Se vuoi sperimentarti ancora in questa attività, scrivimi per fissare una call conoscitiva gratuita.
UNA COSA BELLA
Il mondo è terribile. Il mondo è molto meglio. Il mondo può essere migliore ancora.
Migliorare il mondo è anche nostra responsabilità: ecco cosa ho pensato dopo aver letto un articolo illuminante che adesso ti racconto.
Il mondo è terribile. Il mondo è molto meglio. Il mondo può essere migliore ancora. Tutte e tre le affermazioni sono vere allo stesso tempo.
Le discussioni sullo stato del mondo si concentrano spesso sulla prima affermazione: i telegiornali mettono in evidenza ciò che va male, menzionando raramente gli sviluppi positivi nel mondo.
Una reazione a questa narrazione porta all'altro estremo, che è altrettanto dannoso: comunicare esclusivamente i progressi raggiunti dal mondo diventa inutile, o addirittura controproducente, quando si sorvola sui problemi che le persone devono affrontare.
Se vediamo solo i problemi e sentiamo solo ciò che va male, non abbiamo speranza che il futuro possa essere migliore. Se sentiamo parlare solo di progresso e di ciò che va bene, diventiamo compiacenti e perdiamo di vista i problemi che il mondo deve affrontare. Entrambe queste prospettive hanno la stessa conseguenza: non ci lasciano fare nulla, sono visioni del mondo che ci paralizzano.
Per vedere che un mondo migliore è possibile, dobbiamo vedere che entrambe le cose sono vere allo stesso tempo: il mondo è terribile e il mondo è molto migliore.
Ecco un esempio: una delle più grandi tragedie dell’umanità, la morte quotidiana di migliaia di bambinə. (Ciò che è vero per la mortalità infantile, è vero per molti altri grandi problemi.)
Il mondo è terribile: a livello globale, il 4,4% dellə bambinə muore prima dei 15 anni. Ciò significa che ogni anno muoiono 5,9 milioni di bambinə. È chiaro che un mondo in cui si verificano migliaia di tragedie ogni giorno è terribile.
Il mondo è molto migliore: la grande lezione della storia è che le cose cambiano. Gli storici stimano che in passato circa la metà dellə bambinə moriva. Questo era vero fino al XIX secolo, indipendentemente dal luogo in cui nasceva unə bambinə.
Il mondo può essere ancora meglio: il progresso nel tempo dimostra che è stato possibile cambiare il mondo in passato, ma sappiamo se è possibile continuare questo progresso nel futuro? O forse siamo natə in quel momento sfortunato della storia in cui il progresso deve fermarsi?
Lo studio dei dati globali suggerisce che la risposta è no.
Un modo per rendersene conto è osservare i luoghi con le migliori condizioni di vita oggi. La regione del mondo in cui lə bambinə hanno le migliori possibilità di sopravvivere all'infanzia è l'Unione Europea. Il tasso di mortalità nell'UE è dello 0,47% .
Per capire quanto il mondo possa essere migliore, possiamo chiederci cosa succederebbe se tuttə lə bambinə avessero lo stesso benessere deə bambinə dell'UE? La risposta è che ogni anno ne morirebbero cinque milioni in meno.
Il fatto che sia possibile cambiare il mondo e ottenere progressi straordinari per intere società è qualcosa che tuttə dovrebbero sapere e che tuttə noi dovremmo farci carico di diffondere. Se non conosciamo le conquiste più significative dell'umanità, non c'è da stupirsi che abbiamo poca fiducia in noi stessə e nessuna speranza di poter raggiungere un futuro migliore.
Usa questa questa ricerca su come rendere il mondo un posto migliore per fare la differenza tu stessə.
UNA COSA NUOVA
Ho guardato Nimona su Netflix
Di cosa è responsabile Nimona? Solo di se stessa, sembra.
La trama è semplice: in un mondo alternativo con ambientazione mista tra medioevale e fantascientifica, il Regno è protetto dai mostri che vivono al suo esterno, grazie ad alte mura e a valorosi cavalieri.
Ballister, nonostante le sue umili origini, è sul punto di diventare il primo cavaliere non di stirpe nobile, ma cade vittima di un complotto. Per dimostrare la sua innocenza, riceverà l'aiuto della mutaforma Nimona.
Nimona è un personaggio unico che rompe le convenzioni della fiaba classica senza allontanarsi dal suo genere. È la figura centrale del film, ma ciò che la rende straordinaria è la sua indipendenza e la sua resistenza alle etichette. Non si lascia incasellare in categorie predefinite e non sente il bisogno di definirsi attraverso esse. Infatti, quando le viene chiesto "chi sei?" o "cosa sei?", risponde semplicemente con il suo nome, poiché la sua individualità e la sua essenza non necessitano di ulteriori spiegazioni.
Nonostante questo e anzi, forse proprio grazie a questo, la storia si evolve in modo che sarà Nimona ad assumersi la responsabilità di un’intera società. Con la forza della sua identità non prestabilita, sarà in grado di lottare per qualcosa di molto più grande di lei.
I temi in questo film d’animazione, fresco di candidatura agli Oscar, sono tanti e tutti trattati in maniera originale. Ti consiglio di non perdertelo.
UN GRUPPO DI LETTURA
La fattoria delle magre consolazioni di Stella Gibbons
Una raffinata educazione serve a poco se ci si ritrova orfane, a vent’anni, senza un soldo e incapaci di guadagnarsi da vivere. È così che Flora va a vivere nel Sussex, presso alcuni lontani parenti che hanno una fattoria dal nome davvero poco attraente: la Fattoria delle Magre Consolazioni. In più, i parenti sono parecchio eccentrici, la fattoria è in rovina e la matriarca – che ha smarrito la ragione dopo aver visto “qualcosa di orribile nella legnaia” settant’anni prima – domina sulla famiglia intera. Novella Alice nel Paese delle (non) Meraviglie, Flora non si lascia intimidire da quella follia diffusa e, armata di buonsenso e determinazione, cerca di raddrizzare fattoria e famiglia… Trascinante e sorprendente, La Fattoria delle Magre consolazioni è stato definito dal Sunday Times “il libro più divertente che sia mai stato scritto”.
Per carità, non perdetevi La fattoria delle magre consolazioni di Stella Gibbons. Si ride di gusto a ogni pagina e si capiscono molte cose sulle donne, gli uomini, e la letteratura. È scritto con eccentrica grazia e sguardo senza pietà per nessuno. - Laura Lepri, Il Sole 24 ore
Ne parliamo insieme, martedì 6 marzo alle 19:30, al Joy’s Pub in Corso Sonnino.
INFO SUI GRUPPI DI LETTURA
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Ricordati di votare:
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Le mie scintille:
Che ne pensi di un Silent Reading Party?
La presentazione di “Tutti vivi” con Valerio Millefoglie, 28 febbraio h18:30 @ LaFeltrinelliBari
Un’intervista allegra, che non mi aspettavo, a Goliarda Sapienza
Dati che mi hanno fatto riflettere sul mio consumo di carne
CODA
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Che film Nimona! Lo scoprii per caso l'anno scorso grazie alla newsletter che tiene qui su Substack ND Stevenson (autore della graphic novel da cui è tratto) e lo guardai subito, rivedendolo poi coi miei nipoti.