Ciao, io sono Ilenia Caito, libroterapeuta, ex libraia, esperta digital in campo editoriale e culturale, organizzatrice di eventi, curatrice di gruppi di lettura e counsellor in formazione.
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UNA LETTURA TRASFORMATIVA
Il senso della fine di Marianna Crasto
“Non appena ebbi cinque minuti per pensare alla fine del mondo, schiacciai mute sul telecomando e mi stesi sul pavimento.”
da Il senso della fine di Marianna Crasto
Mentre un’edizione straordinaria del tg annuncia l’imminente fine del mondo e si inizia ad assistere a eccentriche ma prevedibili isterie di massa, la cassiera di un supermercato dell’hinterland napoletano è alle prese con una relazione appena iniziata. È questo il pretesto che Marianna Crasto usa per dare il via, nel suo romanzo d’esordio, a una storia d’amore inesorabile.
Inevitabilmente, durante la lettura di questo libro, mi sto ritrovando a riflettere sulla vita: un viaggio breve e prezioso, un susseguirsi di momenti che, una volta trascorsi, non possono essere recuperati. In questo cammino, credo sia essenziale fare alcune cose importanti prima che tutto svanisca, per non avere rimpianti o rimorsi che possano pesare sul nostro cuore. Prendersi il tempo per vivere appieno, per realizzare i propri sogni e per connettersi profondamente con lə altrə è fondamentale per costruire una vita piena e significativa.
Sono tante le cose che ci aiutano in questo: viaggiare, seguire le nostre passioni, adottare un animale domestico, prenderci cura della nostra salute mentale.
Per come la vedo io però, le connessioni umane sono il vero fulcro della nostra esistenza e passare del tempo di qualità con le persone (che le amiamo oppure no) è una delle cose più preziose che possiamo fare. Esprimere il nostro amore e la nostra gratitudine, risolvere conflitti e costruire ricordi insieme sono gesti che arricchiscono la nostra vita e ci lasciano con meno rimpianti. Dirò una banalità, ma credo sia una banalità che è bene ricordare ogni tanto: non esiste il momento perfetto per dire "ti amo" o "mi dispiace". Ogni momento è buono per rafforzare i legami che contano di più per noi.
Ed è sull’onda di questi pensieri che mi è venuta in mente una domanda da farti:
cosa faresti se il mondo stesse per finire?
Chiudi gli occhi, immaginati su un divano: apri lo smartphone, leggi la notizia; controlli, la news è vera. Che fai a questo punto?
Ti va di rispondere a questa mail raccontandomi le prime 5 azioni che compiresti, se ricevessi questo terribile annuncio?
Potrei farti 1000 esempi, ma non voglio condizionarti. Sei liberə quindi, di scrivere le prime cose che ti vengono in mente: ricorda, non giudicarti, mentre le pensi; non c’è giusto, non c’è sbagliato. C’è solo il tuo sentire ed è valido, sempre.
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Quello che hai fatto è un esercizio di libroterapia. Se vuoi sperimentarti ancora in questa attività, scrivimi per fissare una call conoscitiva gratuita.
De Il senso della fine parleremo in un gruppo di lettura: appuntamento da Feltrinelli, il 13 giugno alle 19 (ultimo appuntamento della stagione).
UNA COSA BELLA
Primo certificato di laurea a una persona trans
Se c’è una persona che può dire di aver fatto di tutto per vivere appieno la sua vita è Francesco Cicconetti, attivista trans, consulente aziendale per la De&I e autore del libro “Scheletro Femmina”.
Ieri, 17 maggio, nella giornata internazionale contro l’omobitransfobia, Cicconetti è tornato a Urbino, nell’università dove si è laureato in Lingue e Culture straniere con una tesi di laurea su “Letteratura e pubblicità: la provocazione come strategia di marketing”, per ricevere dal suo ateneo il diploma di laurea con il nome che corrisponde alla sua identità. È stata la prima volta in Italia. Sei anni fa, quando Francesco si è laureato, aveva già iniziato il proprio percorso di transizione ma su carta c’era il suo dead name.
“Il nostro modo di ricucire una ferita aperta”, ha sottolineato il prorettore alla Didattica e alla Comunicazione Giovanni Boccia Artieri. “Allora esistevano già le carriere alias, ma l’università non aveva ancora la sentenza che completava il suo processo di transizione avvallando la nuova identità. Così l’ateneo non ha potuto fare altro che creare un diploma di laurea che corrispondeva all’identità sul documento. Adesso abbiamo lo strumento giuridico per cambiare il certificato e abbiamo deciso di farlo per restituire a Francesco Cicconetti ciò che lui è, la sua identità”.
L’identità alias o carriera alias possono essere intese come protocolli che permettono alle persone trans* e non binarie di apparire nei documenti burocratici interni di enti, istituti scolastici o aziende con il nome corrispondente alla propria identità di genere. Questo nome, differente da quello registrato all’anagrafe, diventa la referenza principale, senza la necessità di attendere cambiamenti ai documenti ufficiali.
Mi è sembrato un passo avanti, tra i tanti indietro che compie ogni giorno il nostro paese nella tutela dei diritti delle persone che fanno parte della comunità LGBTQIA+.
UNA COSA NUOVA
Ho visto “Le nuotatrici” su Netflix
Lo dico subito: per me è stato complesso guardare questo film. Sono sensibile al tema dei migranti e mi sono immedesimata al punto da commuovermi, in più punti della pellicola.
"Le Nuotatrici" è un film ispirato alla straordinaria storia vera delle sorelle siriane Yusra e Sara Mardini. Diretto da Sally El Hosaini, il film ci porta in un viaggio emozionante fatto di coraggio, determinazione e speranza.
Al centro di questa commovente narrazione ci sono le due sorelle Mardini, interpretate magistralmente da Nathalie Issa (Yusra) e Manal Issa (Sara). Cresciute a Damasco, in Siria, le sorelle sono promettenti nuotatrici che vedono le loro vite sconvolte dall'inizio della guerra civile siriana. Costrette a fuggire dal loro paese, lasciando il resto della famiglia a casa, iniziano un pericoloso viaggio verso l'Europa, in cerca di sicurezza e nuove opportunità.
Questo percorso si è rivelato difficile anche solo da guardare attraverso uno schermo.
Una volta giunte in Europa, le sfide non finiscono: l’iter burocratico è infinito e sfiancante. Stabilite in Germania, Yusra continua a inseguire il suo sogno di diventare una nuotatrice olimpica. Con l'aiuto di un allenatore locale, Yusra riesce a qualificarsi per la squadra olimpica dei rifugiati ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016.
La regia mi è sembrata sensibile, riuscendo a bilanciare la narrazione personale delle sorelle con il più ampio contesto della crisi dei rifugiati.
"Le Nuotatrici" mette in luce l'umanità dietro le statistiche. È un omaggio a chiunque abbia avuto il coraggio di cercare un futuro migliore, nonostante le difficoltà insormontabili. Mi ha molto emozionata.
UN GRUPPO DI LETTURA
Atti di sottomissione
Io che leggo Atti di sottomissione di Megan Nolan al Silent Reading Party (
foto di Piergiorgio Mariconti)
Quando lei, giovane e travolta dalla Dublino notturna, incontra lui, Ciaran, bello e risoluto, succede qualcosa di semplice e straordinario: l’attrazione rompe gli argini, si mescola alle fragilità e alle paure, diventa il significato stesso del vivere. Nasce così una relazione che per la protagonista è un alternarsi di estasi e sofferenza, di gelosia sfrenata unita a un piacere così intenso e bruciante da creare dipendenza: lei vuole annullarsi nel corpo di lui, dissolversi nei desideri fino a non lasciare più spazio alla propria identità. Mentre Ciaran, uomo emotivamente incapace e ferito, non trattiene i propri atteggiamenti malsani e crudeli. Fino all’epilogo, distruttivo e liberatorio, che apre la strada a una fuga e una rinascita.
Megan Nolan racconta una storia di anti-amore, interrogandosi su cosa significa vivere in funzione del desiderio altrui, della volontà di essere amate a tutti i costi, rinunciando a ogni filtro che non sia lo sguardo dell’altro. Attraverso un serrato monologo interiore, sincero come il cristallo, Atti di sottomissione parla della seduzione del nulla, che può piegare il senso stesso dell’amore rovesciando certezze, moralismi, rivendicazioni e cliché, in un’estenuante battaglia interiore per la conquista delle proprie emozioni.
Non vedo l’ora di parlarne, giovedì 11 giugno nella sede estiva del Joy’s Pub, a Torre Quetta (ultimo appuntamento della stagione).
INFO SUI GRUPPI DI LETTURA
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SILENT READING PARTY
1 giugno @ LibreriaVecchie Segherie Mastrototaro > > > ULTIMI POSTI
LE MIE SCINTILLE
Sono stati annunciati i vincitori del Premio Andersen
Perché le elezioni nel 2024 saranno un referendum globale sull’innovazione.
CODA
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Non so esattamente quale potrebbe essere la mia reazione, tuttavia...
1. Rileggerei l'ultima volta Solo senza di te tornavo di Pasolini;
2. andrei da talune a dire un'altra volta cosa penso delle loro nefande azioni;
3. scriverei le parole per la mia lapide;
4. andrei a comprare delle calle;
5. attenderei .
Dipenderebbe anche dal tempo a disposizione, ma credo farei questo.
1. Chiamerei mia mamma e poi mia sorella, per sapere come stanno, se hanno saputo della notizia e per organizzare il ritorno a casa, per stare insieme;
2. Chiamerei quello stupido, per chiedergli se ha mai ripensato a quello che gli avevo detto quella volta e se avevo ragione;
3. Tornerei a Monterosso al mare un'ultima volta;
4. Vorrei fare un aperitivo con le mie amiche ed amici da Fabrizio e bere il suo insuperabile gin tonic;
5. Tornerei a casa.
Questo lo dico oggi, ma so che le priorità cambiano per fortuna perché viviamo e cambiamo noi. E, quindi, sul punto 2, magari potrei anche cambiare idea