Ciao, io sono Ilenia Caito, libroterapeuta, ex libraia, esperta digital in campo editoriale e culturale, organizzatrice di eventi, curatrice di gruppi di lettura e counsellor in formazione.
Scintille è la mia newsletter settimanale, con cui cerco di accendere lampi d’ispirazione. Se te l’hanno inoltrata e vuoi riceverla regolarmente, clicca qui.
[La newsletter di oggi non è registrata perché mia figlia Luce ha pianto e urlato nel tempo che avevo a disposizione per farlo. Capita! :) ]
UNA LETTURA TRASFORMATIVA
Il senso di una fine di Julian Barnes
Ecco un'altra delle nostre paure: che la Vita potesse rivelarsi diversa dalla Letteratura.
da Il senso di una fine di Julian Barnes
Uno degli psicoterapeuti docenti della scuola di counselling che sto seguendo, ieri ha detto: io amo le persone perché sono tutte dei romanzi.
Una frase che mi ha colpito perché mi ha immediatamente riportato alla mente quella di Julian Barnes che ho citato poco più sù. (Come sempre, le cose della vita si chiamano in un continuo intreccio di scoperte e conferme).
La vita di ciascunə di noi, dunque, è un romanzo: ti torna? Senti che la tua vita potrebbe essere una storia interessante da raccontare a qualcunə?
Una storia in continua evoluzione, con trame intricate, personaggi sorprendenti e capitoli inaspettati. Ogni giorno, siamo lə autorə delle nostre storie, scrivendo pagine che formano il nostro destino. Ma cosa significa fare della propria vita un romanzo?
Forse, può voler dire abbracciare pienamente il potere creativo che risiede dentro di noi e utilizzarlo per plasmare la nostra realtà.
Ma può significare anche sperimentare diversi stili narrativi, seguendo la strada tracciata dalle emozioni.
Sono sicura che in alcuni momenti, tu possa rintracciare nella tua vita, una commedia brillante, con momenti di leggerezza e allegria: un nuovo amore, per esempio, o la scoperta di un nuovo talento. In altri periodi, sarà stato di sicuro il dramma intenso o la suspance, il genere che ha caratterizzato la tua storia. Ricordati la fatica dell’affrontare sfide e avversità, trasformandole in opportunità di crescita e apprendimento.
Ogni persona(ggio) che incontriamo lungo il cammino, che sia un’amica fidata o un nemico implacabile, contribuisce a scrivere il nostro racconto personale. Le relazioni che coltiviamo e gli incontri che facciamo ne arricchiscono il tessuto, aggiungendo profondità e significato alla trama complessiva.
Ma fare della propria vita un romanzo significa anche leggerla con consapevolezza e compassione. Ovvero essere dispostə ad accettare anche capitoli che non ci piacciono e a lasciarci stupire da quelli più inaspettati.
Secondo alcuni filoni della psicoterapia, esiste un forte potenziale di guarigione che passa per il riconoscimento che le vicende della propria vita non sono meno interessanti e appassionanti di quelle narrate nei romanzi.
Quel piccolo, sottile cambiamento nel percepire se stessi e il valore della propria esistenza produce dei positivi ribaltamenti imprevisti.
C’è altro però: fare della propria vita un romanzo significa soprattutto accettarne il ruolo di narratorə attivə. Abbracciare, cioè, la sfida di trasformare ogni momento in una pagina memorabile. Ha a che fare con l’assumersi una certa responsabilità nei confronti della propria esistenza.
Tutto questo parlare di libri, mi ha fatto venire un mente una cosa che Luce, mia figlia di 3 anni, mi chiede in continuazione: raccontarle storie. Niente di strano, dirai. Vero, ma la cosa che mi diverte è che lei non vuole solo storie classiche, lei vuole che ogni avvenimento reale che ha colpito la sua fantasia, le venga poi raccontato come una storia. Ci si fora la ruota? “Mi racconti la storia della ruota forata?”. Papà va a Milano con l’aereo? “Mi racconti la storia di papà che prende l’aereo?”.
Allora, seguiamo l’inclinazione della piccola Luce per questo gioco di libroterapia che, qualora lo sperimentassi, mi piacerebbe tanto se lo condividessi con me.
Proviamo a immaginarla questa tua storia, impressa in un libro:
- che copertina avrebbe?
- come si intitolerebbe?
- prova a scriverne la sinossi
- ora, la cosa più importante: comincia a raccontare. Scrivi la prima frase o la prima pagina che troveresti in un libro che racconta la tua esistenza. C’era una volta…
_
Quello che hai fatto è un esercizio di libroterapia. Se vuoi sperimentarti ancora in questa attività, scrivimi per fissare una call conoscitiva gratuita.
De Il senso di una fine parleremo in un gruppo di lettura: appuntamento in Libreria Feltrinelli a Bari, giovedì 16 maggio alle 19.
UNA COSA NUOVA
I libri degli altri
L’idea mi viene così: delle classiche presentazioni mi sono un po’ stufata, ne parliamo spesso io e Alessia Ragno del Collettivo Bandelle - anche lei avverte la stessa noia. Allora perché non parlare di libri, in un altro modo?
Sotto la buona stella di Calvino quindi, nasce “I libri degli altri”, una rassegna di incontri che si terranno da Feltrinelli Bari, a partire dal 22 maggio.
L’obiettivo di questi appuntamenti è quello di riportare il libro al centro del dibattito in un’intervista corale condotta da me, con la collaborazione del Collettivo Bandelle. Ogni dialogo vedrà l’ospite raccontare i libri chiave della propria formazione personale e professionale. Da ciò si svilupperà, poi, una conversazione inedita a più voci.
L'idea è quella di conoscere le personalità di spicco del panorama culturale cittadino attraverso i libri che la hanno formate, influenzate, cresciute, fondate. Anche libri che hanno odiato, perché no?
Il primo appuntamento sarà con Marcello Introna il 22 maggio alle 18:30 da Feltrinelli Bari, in via Melo.
Introna è nato a Bari nel 1977. Laureato in Medicina Veterinaria, è veterinario ma anche scrittore e sceneggiatore. Esordisce nella narrativa con il romanzo “Percoco” del 2012, pubblicato poi nel 2016 da Mondadori in una nuova versione. “Percoco” è diventato anche un film nel 2023. A seguire, nel 2018, il romanzo “Castigo di Dio”, sempre per Mondadori. Con entrambi i romanzi Introna radica la sua narrativa nella storia di Bari. A giugno è stata annunciata l’uscita del nuovo romanzo dell’autore barese.
Spero ci sarai!
UNA COSA BELLA
Del narrare
Oggi ti segnalo Del narrare che sembra esplorare proprio il rapporto tra vita e letteratura.
Ma facciamo un passo indietro: cos’è Del narrare?
È un bel volume curato da Enzo Rammairone sulla base dei materiali conservati nell’archivio dello scrittore Daniele Del Giudice, morto a settembre del 2021 a Venezia, dove viveva, in una calle che parte da Campo San Polo. Del Giudice ha scritto romanzi e racconti, ma ha anche scritto saggi e articoli che qui vengono recuperati.
Me ne sono interessata dopo aver letto una bellissima recensione su Balena Bianca da cui ti riposto uno stralcio:
Il tema di fondo, diventa chiaro saggio dopo saggio, è il rapporto fra letteratura e vita. […] Del Giudice osserva: «varia da scrittore a scrittore la posizione della vita rispetto alla letteratura: per qualcuno la vita viene prima della letteratura, per qualcuno, e credo sia questo il caso di Conrad, la letteratura viene prima della vita» (pp. 130-131). Con «vita», Del Giudice si riferisce sia al concetto di esistenza, sia ai fatti propriamente biografici degli scrittori (un esempio: il passato da marinaio di Conrad e l’influenza di questa esperienza sui romanzi). Questo rapporto fra la biografia e l’opera, lungi dall’essere mero biografismo, guida Del Giudice in molti dei suoi giudizi.
Per saperne di più, ti rimando all’articolo. Fammi sapere che ne pensi.
UN GRUPPO DI LETTURA
Kitchen di Banana Yoshimoto
Però chi nella vita non conosce almeno una volta la disperazione e non capisce quali cose valgano veramente, diventa adulto senza avere mai capito che cosa sia veramente la gioia. Io sono stata fortunata.
da Kitchen di Banana Yoshimoto
"Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina...". Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, "Kitchen". Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, e rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la famiglia si può non solo scegliere, ma anche inventare. Così il padre del giovane amico Yuichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità. Con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, Banana Yoshimoto si è imposta all'attenzione del pubblico italiano mostrando un'immagine insolita del Giappone , con un linguaggio fresco e originale, quasi una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga.
Ne parliamo insieme, martedì 14 maggio alle 19 da Frulez.
INFO SUI GRUPPI DI LETTURA
Per partecipare ai gruppi di lettura > > > CLICCA QUI.
Per entrare nel gruppo telegram > > > CLICCA QUI.
Ricordati di votare:
il libro del gdl SFIDE >>> CLICCANDO QUI
il libro del gdl STAGIONI>>> CLICCANDO QUI
LE MIE SCINTILLE
se come me, ami le parole,
scrive una newsletter perfetta per teL’estrema destra continua a lavorare per il controllo dell’informazione
La Repubblica di Gilead su ThePeriod
CODA
Se vuoi capire come lavoro con la libroterapia, seguire un percorso di avvicinamento alla lettura per te o per bambinə, sperimentare il potere della lettura condivisa in un piccolo gruppo privato o in azienda, scrivimi per accordarci per una chiacchierata.
Per qualsiasi contatto: leggiconileniacaito@gmail.com
Se ti è piaciuta questa newsletter:
Se vuoi lasciarmi un pensiero o una nota:
Se ti hanno inoltrato #Scintille e vuoi riceverla anche nella tua casella di posta:
Grazie Ilenia, che sorpresa trovarmi dentro Scintille! Soprattutto grazie per le belle parole 💛.