Ciao, io sono Ilenia Caito, libroterapeuta, ex libraia, esperta digital in campo editoriale e culturale, organizzatrice di eventi, curatrice di gruppi di lettura.
Scintille è la mia newsletter settimanale, con cui cerco di accendere lampi d’ispirazione. Se te l’hanno inoltrata e vuoi riceverla regolarmente, clicca qui.
UNA LETTURA TRASFORMATIVA
Nonostante tutto di Jordi Lafebre
“Sono un dottorando, mi ci sono voluti quarant’anni per completare la mia tesi.”
- da Nonostante tutto di Jordi Lafebre
Ci ho messo un po’ a trovare la chiave giusta per scrivere la newsletter di questa settimana: il concetto che volevo raccontare è chiaro nella mia testa, ma faccio fatica a metterlo in ordine a voce o su pagina. Eppure mi è stato lampante, quando ho letto queste 4 vignette tratte dalle prime pagine di Nonostante tutto di Jordi Lafebre. Ci provo, tu dimmi se ti torna…
Il libro è una storia che va al contrario, comincia dall’ultimo capitolo e torna indietro. I protagonisti sono Ana e Zeno: si capisce subito che si incontrano da giovanissimi, si innamorano e non si lasciano più; pur non vivendo mai insieme, pur stando con altri partner, pur conducendo vite parallele. Quello che fanno questi due personaggi, sia nella loro vita amorosa, sia in quella professionale e di formazione, è mettere un mattoncino sopra l’altro. Uno solo alla volta, nel tempo.
Hanno entrambi, davanti a loro, uno o più obiettivi (a volte neanche del tutto chiari dall’inizio, in alcuni casi si tratta forse soltanto di intuizioni) e si impegnano quotidianamente per raggiungerli. Che novità, tu dirai! Hai ragione, però quello che mi ha colpito è il tempo (che forse è anche il modo) in cui lo fanno: con calma, senza fretta, senza cioè, quella detestabile performatività che pervade i nostri giorni. Non importa quanto ci metto a finire il dottorato, a costruire un ponte, ad arrivare a 10000 follower sul mio social preferito, a trovare il lavoro o il partner giusto per me e non importa neanche se l’obiettivo che ho sia condivisibile da altrə oppure no: conta come mi sento mentre lo faccio, che sia nel modo più aderente possibile alla mia natura.
Mi pare un’ idea chiara, ma perché allora ho fatto tanta fatica a metterla giù?
Per paura di confonderla con la questione del “superamento dei propri limiti” o del “se vuoi, puoi”. Sono concetti distanti dal mio modo di sentire adesso, però in passato hanno esercitato su di me un fascino irresistibile. Sono idee che possono essere vicine, la soglia è sottile, ma ora per me la differenza è nettissima.
Più che con il superamento dei propri limiti, nella mia testa tutto questo ha a che fare con le intenzioni: tendere verso un obiettivo, grande o piccolo, di breve o lunga durata che sia, mettendoci cura e non performance. In un momento storico in cui anche il tempo libero viene capitalizzato e investito per “migliorare se stessə e la propria brand reputation”, prendersi il giusto spazio e il giusto tempo per curarsi dei propri desideri, mi pare rivoluzionario. Proiettarsi, cioè, oltre queste narrazioni tossiche e provare a dare senso non solo all’intera vita, ma anche a quella quotidiana, piccola, componendola di minuscole azioni dal grande valore intimo.
Riconoscere i passi piccoli, (“Passi pistacchi” per citare un libro di poesie che ho comprato per mia figlia per celebrare la primavera), è un allenamento che possiamo provare a cominciare insieme, oggi stesso.
Ti invito a buttare giù, su carta, cinque obiettivi (grandi, frivoli, profondissimi o minuscoli) che riconosci di avere in questo momento della tua vita e accanto a ognuno di essi, scrivi il passo più piccolo che hai (o hai avuto) bisogno di fare per cominciare a raggiungerli. Sono sicura che di passetti piccoli te ne verranno in mente moltissimi: quello che ti suggerisco di fare è bypassare completamente il pensiero sulla calendarizzazione. È tutto il contrario di quello che ci insegnano a fare, lo so. “Individua gli obiettivi da raggiungere e datti delle scadenze”. Possiamo però, provare a capovolgere questo sistema valoriale basato sulla velocità, almeno qualche volta. Che ne dici?
Per spirito di compagnia, ti lascio qui l’esercizio svolto da me: se ne hai voglia, anche tu puoi condividerlo rispondendo a questa mail o semplicemente raccontarmi com’è andata.
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Quello che hai appena fatto è un esercizio di libroterapia. Come immagini possono aprirsi tante strade da ogni singolo esercizio. Se vuoi sperimentarti ancora in questa attività, scrivimi per fissare una call conoscitiva gratuita.
Di Nonostante tutto parleremo in un gruppo di lettura: appuntamento in Feltrinelli a Bari, giovedì 4 aprile alle 19.
UNA COSA NUOVA
Ho visto Nyad su Netflix
Dimmi, che intendi fare con la tua unica, selvaggia e preziosa vita? - Mary Oliver
Non sarà tra i migliori che vedrò quest’anno (nonostante fosse candidato agli Oscar), ma la poesia di Mary Oliver citata nel film continua a risuonarmi in testa e la vicenda del film si lega incredibilmente ai concetti di cui ho appena parlato.
“Nyad - Oltre l’oceano” racconta l’epopea natatoria di Diana Nyad, la leggendaria nuotatrice newyorkese (tra le sue imprese: ha nuotato intorno all’isola di Manhattan per 45 km nel 1975, da North Bimini nelle Bahamas fino a Juno Beach in Florida per 164 km nel 1979) che, dopo aver incontrato per caso questo verso della poetessa Mary Oliver, riaccende la miccia del desiderio: in lei si risveglia l’incredibile sogno mai realizzato di nuotare da Cuba alla Florida.
È un film forse un po’ troppo patinato, le due attrici Annette Bening e Jodie Foster sono straordinarie ma, mi pare, un po’ sprecate e il film intero si regge completamente sulla performance generosa dell’attrice protagonista che si è preparata per un anno. Ok, ma allora perché me ne parli?
Perché la storia è questa: dopo aver accantonato la carriera da nuotatrice molto tempo prima, nel 2010, all'età di 60 anni, Diana Nyad sceglie di tuffarsi a capofitto in una traversata lunga ben 177 chilometri dall’isola di Cuba alle spiagge di Key West, in Florida, per cui impiegherà mesi e mesi di preparazione. Prima di riuscirsi, dovrà fare i conti con svariati tentativi falliti per diverse ragioni naturali e, per questo, insormontabili: dalle creature marine alle violenti correnti del Golfo del Messico, per non parlare degli effetti collaterali, delle allucinazioni, dell’alienazione psichica, di tutte le ripercussioni psico-fisiche annesse e connesse ad un tale sforzo.
Sarà solo nel 2013, a 64 anni, al suo quinto tentativo, che la nuotatrice riuscirà a compiere la sua impresa, diventando la prima persona a coprire a nuoto tale percorso senza ausilio di una gabbia per squali. A 64 anni, dopo 5 di preparazione e tentativi.
È un racconto che mi ha colpito molto, non tanto per l’allure eroica e sportiva, quanto per la determinazione di Diana Nyad, a cui niente importa del tempo che passa, le interessa solo riuscire nell’impresa che si è prefissata.
Altra nota di merito: ho amato vedere un corpo vero di donna, allenato, ma un pieno potente corpo seminudo da 60enne; con le rughe, le macchie dell’età, la pelle cadente in certi punti, segnato dagli allenamenti quanto dal tempo.
Fossi in te lo guarderei: credo possa essere di ispirazione. Dimmi, che intendi fare con la tua unica, selvaggia e preziosa vita?
UNA COSA BELLA
Abbracciare un milione di persone
E a proposito di tempo: quanto ce ne vuole per abbracciare un milione di persone? Perché farlo?
Ho scovato questa storia incredibile: Big Dave era un personal trainer di Philadelphia quando ha perso uno dei suoi più cari amici di infanzia, l’11 settembre. Il dolore era così terribile che era determinato a canalizzarlo in qualcosa di significativo.
L'estate successiva, si è imbarcato in un’impresa su due ruote: un tour in bicicletta di due mesi da Washington a Philadelphia - più di 4000 chilometri - in suo ricordo. Era una sfida per Big Dave e un modo per onorare il suo amico.
L'intera nazione era in lutto e, mentre viaggiava e incontrava nuove persone, inevitabilmente si abbracciavano. All'epoca non notava il conforto che portavano questi abbracci, ma quando è tornato a casa, un amico ha osservato che spesso parlava degli abbracci condivisi con gli sconosciuti. Ha pianificato un secondo tour. Lo stesso amico gli ha suggerito di chiamarlo "Tour degli abbracci e del batticinque di Big Dave" e di offrire abbracci gratuiti lungo il percorso. A 36 anni, ha fatto dell'abbraccio del mondo, il suo lavoro.
Tra il 2002 e il 2015, ha percorso il Nord America tre volte in bicicletta. Ha anche pedalato da Il Cairo a Città del Capo, da Istanbul a Pechino e da Melbourne a Sydney, facendo tappa in caffè, studi di yoga e biblioteche - luoghi in cui sperava di essere ben accolto.
“Raramente si è trattato solo un abbraccio; sono state conversazioni, momenti, confessioni. Quando sei disposto ad abbracciare uno sconosciuto, le persone si aprono, questo genera una gioia enorme. Nel 2019, ho viaggiato in Europa, a Dublino, Belfast, Londra, Parigi, Roma, Città del Vaticano e Gerusalemme. Ogni città mi avvertiva che la successiva sarebbe stata meno amichevole, ma non lo sono mai state. Mi chiedono se sono felice e come posso permettermelo. La risposta è che sono affascinante, ma al verde. Lavoro come personal trainer e coach di vita tra un tour e l'altro, e le attività di Philadelphia aiutano a coprire i costi.”
Big Dave porta con se un contatore per contare il numero di persone che ha abbracciato - il suo record è di 1.300 in un giorno, a una convention al dettaglio a Las Vegas.
“Qualche mese fa, una ragazza che avevo abbracciato durante un tour negli Stati Uniti mi ha contattato. Stava affrontando molte difficoltà a casa e aveva bisogno di sostegno. Ha concluso la sua email con: "Volevo solo ringraziarti per l'amore che dai". Questo mi ha davvero toccato. Quando il mio tempo sarà finito, potrò dire di aver aperto il mio cuore a molte persone.”
Nessuna data di scadenza, solo una bicicletta e due braccia aperte: affascinante, vero?
UN GRUPPO DI LETTURA
Vergine giurata di Elvira Dones
Siccome i libri non arrivano mai per caso, Vergine giurata appare prepotente con delle domande perfette per questo numero di Scintille:
Quanto a lungo si può sacrificare la propria natura? E in nome di cosa si può scegliere di vivere la vita di una persona che non siamo?
Hana abbandona gli studi universitari che, piena di curiosità e di entusiasmo, aveva da poco iniziato all’Università di Tirana per tornare a vivere sulle montagne del Nord dell’Albania, nella casa dello zio che l’ha cresciuta dopo la morte dei genitori e che adesso è vedovo e malato. Un atto d’amore e di gratitudine che assume i tratti di uno spaventoso olocausto di sé quando Hana, che si rifiuta di accettare il matrimonio combinato che permetterebbe allo zio di morire in pace ma che costringerebbe lei a rinunciare alla propria indipendenza, pensa che l’unica via di uscita sia diventare una Vergine giurata: una di quelle donne, cioè – la cui esistenza è prevista dal Kanun albanese –, che decidono di farsi uomini e di rinnegare la propria femminilità. L’onore della famiglia è salvo, lo zio è fiero di lei e finalmente libero di arrendersi alla malattia che lo divora. Hana ama i libri sopra ogni cosa, è appassionata, sensibile. E a Tirana aveva appena scoperto di essere innamorata. Nella cupa solitudine delle montagne si abbrutisce e si imbruttisce per sopravvivere alla fatica, al freddo, allo sconforto. Finché la cugina Lila, emigrata tanti anni prima negli Stati Uniti, non riesce a convincerla a infrangere il giuramento.
Vergine giurata è anche un bel modo di scoprire una cultura perlopiù sconosciuta, quella albanese.
Ne parliamo insieme, giovedì 24 aprile, alle 19, da Libreria Laterza.
INFO SUI GRUPPI DI LETTURA
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Ricordati di votare:
il libro del gdl SUD >>> CLICCANDO QUI
GLI EVENTI EXTRA (bellissimi)
7 aprile h 09:30 con Claudia Poliseno: YOGA E POESIA
Le mie scintille:
Ho fatto un viaggio nei mari del Sud ai confini del mondo: le isole sub-antartiche francesi.
Il 6 gennaio 2016, la Biblioteca pubblica di New York ha reso disponibili per il download ad alta risoluzione oltre 187.000 articoli digitali di pubblico dominio.
Ivan Graziani è tornato con un album di inediti dal titolo “Ivan Graziani – Per gli amici“, a distanza di 30 anni dal suo ultimo album di studio “Malelingue”.
CODA
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