Ciao, io sono Ilenia Caito, libroterapeuta, ex libraia, esperta digital in campo editoriale e culturale, organizzatrice di eventi, curatrice di gruppi di lettura.
Scintille è la mia newsletter settimanale, con cui cerco di accendere lampi d’ispirazione. Se te l’hanno inoltrata e vuoi riceverla regolarmente, clicca qui.
UN GIOCO
Un gioco biblioterapico che prende spunto da ‘L’arte della gioia’.
“Mai rifiutarsi di vedere i lati sgradevoli della vita; non conoscendoli la realtà li ingigantisce nella fantasia trasformandoli in incubi incontrollabili.”
Goliarda Sapienza
“Conosci te stesso” recitava l'iscrizione sul tempio di Apollo a Delfi.
Guru e motivatori utilizzano spesso questa frase per spronarci: vogliono che ci guardiamo dentro per coltivare la nostra unicità, apprezzare i nostri punti di forza; il fine ultimo è quello di migliorare la nostra autostima.
Eppure l’intento originale di questa antichissima esortazione era diverso: un richiamo alla consapevolezza dei propri limiti e della propria imperfezione. Un invito alla comprensione delle proprie fragilità. Non esaltava il sé, ma suggeriva un approccio umile come base per la crescita personale e spirituale.
Un po’ come quello che ci dice Goliarda Sapienza nella citazione che ho scelto di condividere oggi: non chiudere gli occhi di fronte a ciò che non ti piace. Questo ti permetterà di conoscere e guardare le cose nella giusta prospettiva, con le giuste proporzioni.
“Sei tu la maggiore esperta di te stessa, nessun altro.” mi ha detto la mia dietista.
Allora proviamo a guardarci meglio, ti va?
Prova a comporre una lista dei 5 lati più oscuri di te, quelli che di solito cerchi di nascondere. E poi aggiungici un pezzo: quando ti sono stati utili?
Sono sicura che, anche solo una volta, questi lati oscuri ti abbiano fatto da protezione o magari da sostegno. Sono certa che, anche solo la prima volta che li hai tirati fuori, sia stato perché servissero a qualcosa.
Una volta compilata e riletta la lista, che effetto ti fa?
Questo esercizio non serve a migliorare o cambiare, ma solo a VEDERTI. Non è scontato che sia già stato fatto. :)
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Quello che hai appena finito è un esercizio di libroterapia. Se vuoi sperimentarti ancora in questa attività, iscriviti al mio prossimo laboratorio Late Bloomer.
(Parleremo de L’arte della gioia di Goliarda Sapienza, giovedì 28 marzo alle 19:00, da Libreria Laterza a Bari.)
UNA COSA BELLA
Ho guardato la serie tv “Carol e la fine del mondo”.
Anche Carol sta cercando di trovarsi, conoscersi e capirsi.
Il panorama non è dei più rosei: un corpo celeste sta per colpire la Terra e spazzare via per sempre la razza umana. Secondo gli scienziati, mancano solo sette mesi all'impatto, dopodiché non rimarrà nulla. L'umanità decide quindi di utilizzare il tempo che le resta in nome della libertà. Questo vale per tutti tranne che per Carol che, confusa sul suo posto nel mondo, vaga alla ricerca di se stessa.
La risorsa più preziosa che abbiamo è il tempo: non lo sprechi in dubbi e paure. Viva! Si aggrappi alla vita e non la molli più.
La cosa che ho trovato più interessante e di valore nella serie è stata l'assenza di giudizio. Non si scorge una differenza morale, una preferenza in positivo o in negativo tra un personaggio e l’altro, tra il delirio dei tanti e la compostezza dei pochi, tra il carpe diem dei più e il disorientamento di alcuni. Ogni persona custodisce una storia, una motivazione per temere il tempo che sfugge o celebrare quello che gli resta. Tutti e tutte hanno il diritto di essere, pur (e forse soprattutto) sapendo che non saranno più.
A volte bisogna lasciare alle cose il tempo di perdersi, prima che si facciano ritrovare.
Ed è per questo che possiamo empatizzare con Carol quando la sentiamo alla mercé della pressione sociale, ma riusciamo anche ad apprezzare i suoi vecchi genitori che girano il mondo, immersi in una appagante relazione a 3 con il loro infermiere Michael.
Per tutto questo tempo ho cercato onde che non andavano trovate.
Una serie che ha bisogno di calma e che invita a fermarsi: può entrare nei tuoi sogni e lasciarti pensierosə. Una serie che affronta temi esistenziali con un linguaggio semplice e una narrazione calma. Poca musica, poco frastuono, poco disturbo, pochi dialoghi (un po’ mi ha ricordato Perfect days): la scena è tutta presa da Carol e dal suo bellissimo viaggio. Lo trovi su Netflix.
Tu cosa faresti se il mondo stesse per finire?
UNA COSA NUOVA
Il libro di Valerio Millefoglie.
La voce registrata in un vocale, le fotografie scattate nel corso degli anni, un diario, le sottolineature sull’ultimo libro letto: sono tutte cose piccole, ma che parlano forte di noi. Ci hai mai pensato? Cose che possono tracciare una rotta chiara sulla nostra mappa esistenziale, che sanno raccontare chi siamo a noi stessi. Ma anche a chi non ci conosce.
È da qui che parte Valerio Millefoglie in “Tutti vivi”.
Il romanzo narra la storia di quattro giovani amici, membri di un collettivo musicale, che muoiono in un tragico incidente automobilistico. I loro genitori decidono di preservare il loro ricordo fondando un'etichetta discografica e pubblicando la loro musica.
Partendo dalle parole delle canzoni, ma anche da quelle raccolte nel corso di due anni di interviste a chi li conosceva, Valerio Millefoglie svolge e riavvolge il tempo prima e dopo l’incidente: racconta chi erano davvero questi ragazzi, cosa stavano cercando di fare con la loro vita. Prova a capire cosa succede quando si perde un figlio, un fidanzato, un amico e mostra come la musica possa diventare un punto di incontro tra genitori e figli. Tutti vivi parla anche di quell’istante – i venti anni – in cui pensiamo di avere tutto il tempo per essere e diventare ciò che sogniamo.
Torno indietro a riascoltarlo: “è già il secondo sogno se raggiungo il primo sogno”. Mi sembra raccontare un sentirsi alla provincia di sé, dove raggiungere una cosa vale quanto acciuffarne due.
Attraverso le canzoni e le interviste, - tipiche di Millefoglie e che lo rendono un unicum nel panorama editoriale italiano -, il racconto si fa ricco di luce, esplorando la memoria, il dolore e il significato della vita oltre la fine. Da leggere.
(Avrò l’onore di accompagnare l’autore durante la presentazione del libro, il 28 febbraio alle 18:30 da Feltrinelli Bari - Via Melo)
Ascolta Valerio Millefoglie a Fahrenheit.
UN GRUPPO DI LETTURA
Siddharta di Hermann Hesse
Chi è Siddharta? È uno che cerca, e cerca soprattutto di vivere pienamente la propria vita. Passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari, e non si ferma presso nessun maestro, non considera definitiva nessuna acquisizione, perché ciò che va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti. E alla fine quel tutto, la ruota delle apparenze, rifluirà dietro il perfetto sorriso di Siddharta, che ripete il "costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso l'aveva visto centinaia di volte con venerazione".
Dio non ti chiederà nel giudicarti: “Sei diventato un Hodler o un Picasso o un ….?”.
Bensì ti chiederà: “Sei davvero stato e diventato quello per cui hai ricevuto talento e predisposizione?”
Ne parliamo insieme, martedì 12 marzo alle 19:30, in Caffè Portineria.
INFO SUI GRUPPI DI LETTURA
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